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StakeHound perde 38,178 ETH. Fireblocks chiamata in causa | Theledger

StakeHound perde 38,178 ETH. Fireblocks chiamata in causa

StakeHound, piattaforma di staking decentralizzato, ha perso più di 70 milioni in ETH a causa di Fireblocks, un fornitore di custodia di criptovalute

Stakehound fireblocks
Tempo di lettura: 5 minuti
  • StakeHound, piattaforma di staking, ha accusato Fireblocks di avergli fatto perdere oltre 70 milioni di dollari in Ethereum a causa di quello che viene definito un “errore umano”.
  • Nello specifico, la società ha accusato i fornitori di custodia di non aver generato le chiavi private in un ambiente di produzione, di non includerle nel backup e di averle perse in seguito.

Nella giornata del 22 giugno 2021, StakeHound, una piattaforma di staking appartenente al ramo della finanza decentralizzata, ha annunciato sul suo blog che sono stati persi più di 70 milioni di dollari in Ethereum. Secondo quanto affermato dal team della piattaforma, la perdita è avvenuta a causa di un errore da parte di Fireblocks, un loro fornitore di custodia di criptovalute.

Cosa sono StakeHound e Fireblocks?

Come abbiamo appena anticipato, StakeHound è una piattaforma che si trova all’interno della DeFi, e consente di mettere in staking le proprie criptovalute per generare interessi. Abbiamo già parlato di staking in un nostro articolo precedente, in particolare quello di ETH 2.0 attraverso un nodo validatore.

In sintesi, mettere in staking significa far sì che le proprie criptovalute vengano usate per validare le transazioni attraverso sistemi di proof of stake, così da generare interessi incrementando la quantità di token in proprio possesso.

In questo senso, StakeHound consente di mettere in staking in maniera semplice e intuitiva senza dover ricorrere all’utilizzo di nodi e senza avere nessuna conoscenza tecnica particolare. Le percentuali di rendimento sono più basse, ovviamente, ma il tempo che si risparmia a “studiare” certi tecnicismi non è indifferente. D’altronde, si tratta della piattaforma che il maggior numero di ETH in circolazione, seconda solo a Lido.

Stakehound fireblocks
ETH detenuti da StakeHound

Piattaforme come queste, però, devono affidarsi a enti terzi come Fireblocks, un fornitore di custodia di criptovalute. Ciò che fanno i fornitori di custodia, come suggerisce il termine stesso, è quello di custodire e tenere al sicuro gli asset degli utenti in modo che non vengano persi o rubati da eventuali hacker.

Peccato, però, che quando si affidano i propri asset a compagnie, piattaforme o enti terzi, il rischio di perdere del capitale si incrementa ancora di più, in quanto possono accadere episodi come quello che vedremo di seguito.

38,178 ETH andati in fumo

A seguito di un annuncio sul blog di StakeHound, gli utenti sono venuti a conoscenza del fatto che Fireblocks, a quanto pare, non ha fatto il suo dovere, dimenticando di mettere al sicuro le chiavi crittografiche degli Ethereum messi in staking.

Ciò ha portato non solo ad una citazione a giudizio da parte di StakeHound, ma anche alla perdita di ben 38,178 ETH che, al momento della notizia, valevano oltre 70 milioni di dollari. Nello specifico, sembra che le chiavi siano state salvate al di fuori della piattaforma.

Adesso, la società di custodia sarà chiamata in causa presso il il tribunale distrettuale di Tel Aviv. Nonostante si tratti di un errore umano, d’altronde, le compagnie di finanza decentralizzata non possono permettersi perdite di questa portata, in quanto non fanno altro che ledere l’immagine e la trasparenza del team che c’è dietro.

Secondo quanto affermato da StakeHound, la vicenda si è svolta in questa maniera:

“In breve, una serie di errori da parte di Fireblocks ha causato la perdita di 2 chiavi che fanno parte della 3-of-4 threshold signature per i frammenti che formano la chiave di prelievo. Fireblocks non ha generato le sue chiavi private in un ambiente di produzione, non ha incluso nel backup le chiavi private necessarie per decifrare le sue 2 key shares, e ha perso entrambe le chiavi.”

Tuttavia, Fireblocks ha affermato di non avere nessun obbligo, secondo il contratto stipulato con la piattaforma, di fare backup delle chiavi e, soprattutto, ha detto che sono salvate fuori da Fireblocks e, quindi, i fondi dei clienti sono al sicuro. Inoltre, la società aveva consigliato a StakeHound di tenere i backup al sicuro attraverso un “servizio di disaster recovery“, operazione che però non è stata eseguita.

Ad ogni modo, StakeHound ha annunciato che eseguirà degli aggiornamenti ai suoi smart contract e che continuerà a comprare stTokens per distribuirli come ricompensa durante lo staking, aumentando però il livello di sicurezza.

Stakehound fireblocks
Fonte:https://www.reddit.com/r/ethereum/comments/o66uqy/not_your_keys_not_your_crypto/

In tutto questo, non sono pochi gli utenti, sia su Reddit che su Twitter, che rimarcano la frase: “Not your keys, not your crypto”.

D’altronde, tenere i propri asset in un wallet personale e metterli in staking manualmente rimane forse la soluzione più sicura.

Conclusioni

Quando si tratta di cripto e investimenti, l’unica cosa a cui bisogna pensare è quanto si è disposti a rischiare. Difatti, a prescindere dal modo in cui si investe, c’è sempre un certo margine di rischio, anche se si tratta della piattaforma più sicura al mondo.

La cosa che più colpisce di notizie del genere è che, anche se non c’è stato nessun attacco hacker, un semplice errore o incomprensione ha causato la perdita di oltre 70 milioni di dollari, soldi che appartenevano anche agli investitori.

Ecco perché, oltre a tenersi aggiornati sulle notizie del settore, bisogna sempre investire solamente ciò che si è disposti a perdere.

 

Approfondimenti

Bibliografia

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Laureato in lingue per la comunicazione interculturale e d'impresa, mi sono avvicinato da circa 6 mesi al mondo delle criptovalute, e me ne sono praticamente innamorato. Nella vita faccio il content writer come freelance, ma mi piace tenermi aggiornato sulle notizie relative al mercato della blockchain e faccio qualche micro-investimento. In più, sfrutto la potenzialità di alcune piattaforme di mining, faucet e wallet virtuali.
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