- Com’è stata accusata Tether nel 2019
- Un post contro la società viene pubblicato su Medium
- La risposta del vice CEO Pepin
È ormai da tempo che Tether viene vista come un’azienda caratterizzata da una certa mancanza di trasparenza. Tether Ltd., ovvero la società proprietaria di Tether (USDT), è stata infatti citata nel 2019 da un suo stesso avvocato che ha affermato che, nonostante la sua grande capitalizzazione di mercato, la moneta avesse una riserva in denaro FIAT equivalente al solo 74% del valore totale.
Ciò significa che ogni singolo dollaro virtuale (USDT) era coperto soltanto per il 74% dai fondi posseduti dalla compagnia. Tuttavia, oggi Gregory Pepin ha voluto chiarire un po’ la situazione.
L’accusa del 2019
Alcuni documenti pubblicati dagli avvocati di Tether nel mese di aprile 2019, in particolare da Zoe Philips, avevano dimostrato come la società disponesse di un quantitativo di denaro sufficiente a coprire soltanto il 74% di tutte le monete emesse disponibili sul mercato.
Ciò andava a smentire tutte le promesse fatte dai dirigenti della società, che da sempre hanno sottolineato come ogni USDT fosse interamente sostenuto da denaro contante.
In questo caso, invece, la Procura Generale di New York, coinvolta nel processo contro la società, ha accusato Tether Ltd. di aver utilizzato parte delle riserve per risolvere dei problemi relativi all’exchange Bitfinex, il cui CEO è lo stesso.
Durante l’inchiesta, inoltre, è stato affermato dallo stesso Philips che i fondi erano investiti, e che non c’era da preoccuparsi in quanto 1 USDT viene scambiato ad una cifra molto vicina a 1 dollaro.
The Bit Short: Inside Crypto’s Doomsday Machine
La capitalizzazione di mercato di USDT è passata, in poco meno di un anno, da 4 miliardi a ben 24 miliardi di dollari. Infatti, secondo quanto pubblicato da Tether sul suo sito web, le riserve includono la valuta tradizionale e gli equivalenti in denaro FIAT e, in qualche caso, possono comprendere altri beni e crediti da prestiti fatti da Tether Ltd. a terze parti, che possono includere delle entità affiliate.
Nonostante queste affermazioni molto rassicuranti però, sono insorti diversi dubbi da quando, in un post anonimo su Medium intitolato “The Bit Short: Inside Crypto’s Doomsday Machine”, è stata citata la differenza tra la quantità di Tether (USDT) emessa tra gennaio e settembre 2020, e i fondi detenuti presso le banche nazionali con sede alle Bahamas.
Nel post, questa veniva vista come una prova schiacciante della mancanza di riserve da parte di Tether. Inoltre, nel post anonimo sono stati mostrati anche dei dati delle banche centrali che ne dimostravano, appunto, la discrepanza.
L’ultimo episodio del Podcast Unchained
Ovviamente, dopo un processo in corso, l’ennesimo post in cui la società viene accusata di non avere a disposizione abbastanza fondi di riserva ha fatto leggermente infastidire alcuni degli individui ai vertici della società.
Infatti, in un podcast condotto venerdì da Greogry Pepin, vice CEO della Deltec Bank, ovvero la banca ufficiale di Tether Ltd., è stato affermato come ogni Tether (USDT) sia sostenuto per il 100% da riserve equivalenti in denaro FIAT. Inoltre, il vice CEO ha confermato che le riserve sono addirittura molte di più rispetto alle monete che si trovano in circolazione.
Ciò è sicuramente un’affermazione che riduce notevolmente i tanti timori che molte persone hanno nel detenere una stablecoin come l’USDT, che nonostante la sua stabilità sul mercato, è gestita da una società che nel tempo è stata accusata di non mantenere le sue promesse.
Inoltre, Pepin ha risposto all’autore anonimo del post che la società non può accettare clienti locali, in quanto non sono autorizzati a detenere dollari nazionali delle Bahamas, motivo per cui il documento è praticamente inutile. Inoltre, il vice CEO ha chiarito alcuni dubbi riguardanti la recente divulgazione della banca sugli acquisti di bitcoin per i clienti, confermando che né Tether né la banca sono coinvolte in questa vicenda.
Conclusioni
Non sono poco i casi, purtroppo, in cui società molto serie e stabili come quella di Tether Ltd. vengono citate in causa in relazione a mancanze di trasparenza o operazioni considerate anche illegali.
Un esempio è il caso di Ripple (XRP), ultimamente accusata di aver venduto degli asset finanziari senza averne mai registrato, appunto, le vendite.
Sfortunatamente, non sempre è facile gestire aziende simili, che operano sul mercato 24 ore su 24 in maniera continuativa, ed è molto semplice commettere errori ”stupidi” che possono trasformarsi in vere e proprie vicende legali.
Ovviamente, chiunque investe in asset finanziari sa benissimo che i rischi sono sempre dietro l’angolo, anche se si tratta di una stablecoin come Tether (USDT).
Come consiglio sempre, non si può far altro che tenersi aggiornati per evitare di ritrovarsi il saldo del portafoglio magicamente a zero.
Approfondimenti
- https://theledger.it/news/regolamentazioni/stablecoin-e-interpretive-letter-1174-le-banche-americane-potranno-utilizzare-la-blockchain-per-le-transazioni/
- https://theledger.it/recensioni/curve-recensione-dellexchange-per-stable-coins/
- https://theledger.it/news/finanza/ripple-xrp-e-kraken-exchange-stop-alle-operazioni-per-gli-utenti-statunitensi/