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Giochi blockchain e NFT: guida sulla nuova frontiera dei videogame | Theledger

Giochi blockchain e NFT: guida sulla nuova frontiera dei videogame

Forse i giochi blockchain non sono ancora diventati una realtà concreta, ma ci sono già molti team pronti a realizzare progetti interessanti Finora sembra che gli unici davvero interessati ai giochi blockchain siano gli investitori, sempre pronti ad approfittare di qualsiasi news interessante sul mondo delle criptovalute per spendere i loro soldi in progetti promettenti […]

Tempo di lettura: 29 minuti
  • Forse i giochi blockchain non sono ancora diventati una realtà concreta, ma ci sono già molti team pronti a realizzare progetti interessanti
  • Finora sembra che gli unici davvero interessati ai giochi blockchain siano gli investitori, sempre pronti ad approfittare di qualsiasi news interessante sul mondo delle criptovalute per spendere i loro soldi in progetti promettenti
  • L’esistenza dei giochi blockchain divide gli utenti che si dividono, se dobbiamo banalizzare il discorso, in pro giochi con NFT e contro giochi con NFT
  • Per sapere come funzionano i giochi blockchain, bisogna appunto conoscere la Blockchain, gli NFT e le caratteristiche del play to earn

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Si può già dire che i giochi blockchain siano una realtà? Forse la tua risposta immediata a questa domanda (retorica) è sì. Ma noi ti diciamo che i giochi blockchain non esistono davvero, o almeno ancora non sono talmente diffusi da aver dato vita a una community vivace e alla realizzazione di lavori concreti e dinamici.

Sono molti i punti che spaccano gli utenti in due fazioni ben precise: quelli che non vedono l’ora che inizi questa nuova era e tutti gli altri (molti altri) che sono restii ad andare verso questa direzione.  Per questo motivo tutte quante le case di produzione di videogame si stanno muovendo con cautela: sanno di trovarsi attualmente su un terreno troppo molle, che potenzialmente nasconde delle pericolose sabbie mobili pronte a inghiottire ogni progetto innovativo.

Questo atteggiamento si traduce in una comunicazione pubblicitaria poco audace, che non vuole colpire troppo direttamente un pubblico che, forse, non è ancora pronto a ricevere certe novità.

Sono stati eretti molti cantieri, per ora. Sicuramente alcuni di questi work in progress vedranno presto la luce, mentre le loro versioni beta vengono provate con un mediocre entusiasmo da alcuni gamer non troppo di parte.

Finora sembra che gli unici davvero interessati ai giochi blockchain siano gli investitori, sempre pronti ad approfittare di qualsiasi news interessante sul mondo delle criptovalute per spendere i loro soldi in progetti promettenti. Ma i diretti interessati, i giocatori, stanno ancora valutando come reagire e se fidarsi degli editori.

Staranno facendo un gioco subdolo e machiavellico per costringerli a spendere soldi e tempo a loro esclusivo beneficio? Oppure sono davvero convinti che i giochi blockchain possano portare del bene, non soltanto all’industria videoludica, ma a tutti quanti gli atleti e gli appassionati del settore?

Stiamo ancora compiendo i primi passi della Prima Era dei “giochi con NFT” (come alcuni definiscono i giochi blockchain) e quindi sappiamo poco, e possiamo prevedere ancora meno.

Per adesso possiamo soltanto dire qualcosa riguardo alle funzionalità degli NFT nei videogiochi e come gli utenti stanno vivendo questo importante passaggio storico.

I giochi blockchain passo dopo passo

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Se ti stai chiedendo se abbiamo già un qualche esempio di giochi blockchain, oggi, al quale possiamo riferirci, la risposta è più affermativa che negativa. Sicuramente ci sono in giro degli esempi in stato embrionali che possiamo prendere a modello per adesso, in attesa che la situazione si formalizzi e possa risultare più solida.

Uno dei primi protocolli blockchain nato in relazione al mondo del gaming è sicuramente quello di Decentraland. I MANA sono token che vengono utilizzati in partita e possono consentire l’acquisto di forniture indispensabili per il gioco online. Ne parleremo con più attenzione in un’altra guida, ma al momento vogliamo utilizzare questo modello per spiegare l’utilizzo degli NFT nei videogame, la loro funzione, come influenzano le dinamiche di gioco e che rapporto hanno i gamer con questi token.

Il modello Decentraland

Decentraland è un metaverso open world costruito sulla blockchain di Ethereum. Gli utenti possono esplorare il mondo virtuale visitando il sito Web di Decentraland e gli investitori possono acquistare appezzamenti di terreno in Decentraland e monetizzarli come meglio credono. Finora a Decentraland sono stati costruiti musei, giochi, uffici commerciali e case residenziali.

Il progetto utilizza lo standard ERC-721 per verificare la proprietà di terreni e oggetti nel gioco. Questo standard viene utilizzato per i token non fungibili (NFT). Gli utenti possono acquistare e vendere questi oggetti di gioco con denaro reale. Decentraland spera di creare un mondo virtuale che sia redditizio e monetizzato attraverso questa funzione.

Decentraland ha una varietà di usi che vanno dall’intrattenimento al lavoro. I giocatori giocano per divertimento e per godersi i panorami e i suoni del mondo di gioco. Le aziende possono investire in terreni e cercare profitti.

MANA è la valuta nativa di Decentraland e ha molteplici usi. Viene utilizzato come token di governance, il che significa che può essere utilizzato per votare dove andrà il progetto in futuro. Questa funzionalità è possibile attraverso un’organizzazione autonoma decentralizzata (DAO). I DAO danno ai proprietari del token voce in capitolo nella direzione di un progetto.

Un altro uso di MANA è per gli acquisti in-game. Gli oggetti in vendita nel gioco possono essere acquistati con MANA, dando al token un altro uso e incentivando i giocatori ad acquistare il token.

Decentraland (MANA) è utile? A partire da ora, l’uso principale di Decentraland è come gioco. Sebbene ci siano stati altri usi, come lo sviluppo del business virtuale, l’uso principale è quello di un videogioco.

Il MANA è lo stesso, poiché viene utilizzato principalmente come valuta di gioco. Gli utenti possono acquistare e vendere oggetti all’interno del gioco utilizzando MANA.

In futuro, molti ipotizzano che il metaverso diventerà sempre più utile. Cose come videochiamate e concerti potrebbero essere tenuti in un metaverso. Decentraland spera di portare la sua tecnologia a una base di consumatori molto più ampia e di incorporare il progetto nella vita di tutti i giorni.

Mentre molti giochi del metaverso e la realtà virtuale sono ancora agli inizi, Decentraland è uno dei progetti più antichi che mira a costruire il metaverso. Facebook è stato recentemente rinominato Meta e quello che ci aspettiamo è che Meta diventi al più presto un concorrente principale di Decentraland.

Sebbene Decentraland sia ulteriormente sviluppato rispetto a Meta, Meta ha le risorse per essere una forza all’interno del settore.

Un altro concorrente di MANA è The Sandbox, che è un’altra società di metaverse basata su Ethereum. Ha assicurato partnership con grandi nomi come Atari e Snoop Dogg, ed è la seconda criptovaluta più grande del metaverso dopo il token MANA.

Cosa ne pensano i gamer?

Sebbene abbiamo già affrontato in più salse questo argomento, nel corso degli ultimi tempi ci siamo accorti di una realtà assoluta: non esiste un solo tipo di gamer. Il pubblico al quale si rivolgono i diversi videogame (in particolare quelli online) è talmente vasto ed eterogeneo che non possiamo individuare una posizione unanime da parte degli utenti nei confronti della questione giochi blockchain.

Non è neppure tanto semplice dividere le persone in due o tre macro categorie, dal momento che stiamo parlando di centinaia di milioni di persone di età, sesso, genere, estrazione sociale, cultura ed etnia diversa. Possiamo banalizzare tutto quanto il contesto dicendo che ci sono i gamer pro NFT (gli avanguardisti) e i gamer contro NFT (i tradizionalisti).

Oltre a questi, però, non possiamo non considerare tutti coloro che occupano una posizione mediana e che, sebbene comprendano perfettamente le ragioni dei produttori, avanzano non pochi dubbi su questa strana evoluzione.

Alcuni addirittura credono che sia ancora troppo presto parlare di questo argomento, dal momento che quasi tutti i progetti sono ancora in fase di sviluppo e non esiste una questione concreta da trattare e che ci tocchi da vicino. Il fenomeno è ancora troppo poco diffuso per discuterne animatamente: chi ne è felice dovrebbe animarsi meno; chi ne è scontento farebbe bene a calmare i bollori.

Eppure resta una possibilità, anche molto interessante ed entusiasmante per certi versi. In particolare noi, che siamo appassionati del mondo crittografico, vogliamo comprendere cosa stia succedendo e se ci sono interessanti opportunità di investimenti di successo.

Parliamo un po’ della Blockchain

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Questo articolo è sicuramente letto da persone che comprendono abbastanza bene da concetti chiave del mondo crypto. Ma nel caso in cui vi capitasse per caso l’occhio curioso di un gamer indeciso se fidarsi o meno degli NFT e che non ha una cultura al riguardo, è bene che chiariamo con un paragrafo dedicato alla blockchain.

Per chi non lo sapesse, quindi, la blockchain è una sorta di registro digitale, dentro il quale vengono appuntate moltissime voci, tutti dati importanti che riguardano il protocollo della criptovaluta e tutte le informazioni sulle transazioni. Il fatto importante è che si tratta di un “libro distribuito”: non è un vero e proprio spazio, ma è un qualcosa che si trova in più posti, talmente ramificato che non può essere semplicemente preso e cancellato. La sua esistenza non dipende da un solo server, ma da centinaia di computer differenti, sparsi per il globo.

Tutti i computer di cui abbiamo appena accennato l’esistenza e la funzione hanno una copia della blockchain. La collaborazione qui è vitale, poiché la sopravvivenza e lo sviluppo della blockchain dipende dal lavoro sinergico di tutte quante le macchine in gioco.

Chi ha qualche infarinatura di economia, potrebbe ritrovare qualche similitudine con il libro mastro che tiene conto di tutte le transazioni e i dati sensibili dei clienti di una grande banca. La blockchain è come questo particolare registro, con la sola differenza che si tratta di uno strumento digitale molto più democratico e sicuro rispetto a qualsiasi rendiconto fisico.

Ogni transazione, e persino quanti soldi sono in possesso dei singoli utenti, è registrata in maniera diligente e precisa all’interno del registro blockchain. Sembra spaventoso, ma non lo è. Anzi, possiamo dire che la blockchain è a prova di paranoie complottiste. Poiché per alterare il registro, bisognerebbe manomettere contemporaneamente tutte le centinaia di copie esistenti nei vari computer.

E questo non è certamente possibile. Si trova tutto quanto in mano a molti utenti, semplici persone che non hanno grandi interessi, come quelli che avrebbe un singolo dal grande potere di controllo, come una banca.

Spiegare il funzionamento della blockchain a un gamer al momento potrebbe essere l’unico mezzo per stabilire un dialogo sereno tra le due parti che stiamo considerando al momento (quelli pro NFT e quelli contro). Infatti, spesso e volentieri i detrattori di un sistema sono per lo più persone che non ne capiscono le caratteristiche e quindi gli scopi. L’ignoranza genera odio, come possiamo ben vedere pure nella vita di tutti i giorni.

Adesso, i dati che si trovano dentro il registro possono riguardare persino l’acquisizione di cose in formato digitale, di criptovalute e quindi dei gettoni che vengono utilizzati per gli scambi nei giochi blockchain come i token non fungibili. Se hai pensato subito “cosa c’entra tutto questo blaterare di finanza decentralizzata con i videogame?”, sappi che, a prescindere dalle crypto, l’economica è parte integrante del sistema videoludico fin dagli albori.

Gli interessi economici e gli strumenti finanziari sono in gioco, proprio come i player. Finanza e gaming sono due concetti legati a doppio filo tra loro, che ti piaccia o no. La domanda qui non è cosa c’entri la finanza con il gioco online, ma in che modo e con quali vantaggi il gioco online possa affidarsi a un tipo di finanza diversa da quella tradizionale. Ossia la DeFi.

NFT come risorse pure sul piano materiale

Giorno dopo giorno, buona parte dei gamer comprano FIFA Points, vBucks, skin e acceleratori vari. Certo, è sempre solo l’azienda produttrice dei giochi che gestisce le transazioni e i guadagni, almeno per adesso. Per questo possiamo dire che la gestione tradizionale non è nulla in confronto a una gestione innovativa come quella della blockchain. L’azienda si tiene i tuoi soldi, in cambio dei quali hai acquistato un tipo di moneta, come i punti, i diamanti e chi più ne ha più ne metta.

Una volta svoltasi questa transazione non si può tornare indietro e tu non hai a tua volta la possibilità di scambiare ciò che possiedi con altri giocatori, per ottenere altri strumenti utili per il gioco o persino i tuoi soldi indietro. Il sistema tradizionale è uno scambio economico unilaterale.

Grazie alla blockchain i giocatori hanno maggiori opportunità. Il potere è in parte nelle mani degli utenti, che possono sfruttare ciò che possiedono in gioco, nel mondo virtuale, per ottenere degli scambi vantaggiosi e acquistare sia oggetti digitali che beni materiali.

Quando compri, utilizzando la blockchain, una nuova skin, lo scambio viene registrato sul libro distribuito di cui abbiamo parlato: le informazioni sono pubbliche e accessibili. Non soltanto i gestori, ma tutti quanti gli utenti possono sapere che hai acquistato quella particolare skin e che adesso appartiene a te. Poiché sei tu il proprietario della skin, puoi anche deliberatamente decidere di scambiarla e darla a qualche altro utente per ottenere il compenso che preferisci. Puoi farne, insomma, tutto quello che vuoi e che più ti aggrada.

Molte case produttrici, come Epic Games, non permettono ai giocatori di vendere le loro skin ad altri utenti, una volta che le hanno comprate. Questo limita il potere dei player e fa sì che possano preferire un sistema differente, congeniato per dare libero sfogo alla creatività. Essere creativi aiuta il dialogo e le opportunità di comunicazione diventano così infinite.

Se acquistando le skin (o altri strumenti simili) ne diventi tu il padrone e in virtù di questo puoi farne qualsiasi cosa desideri, le opzioni nel prossimo futuro diventano incredibilmente divertenti. Potremmo vivere nel metaverso con quello che riusciamo a raccogliere o acquistare in gioco. Potremmo acquistare case, o costruirle noi stessi, e far sì di vivere, sfruttando il gioco e le sue incredibili risorse virtuali, una bellissima vita reale.

Facciamo qualche altro bell’esempio, per farti comprendere cosa potresti aspettarti e quali sono le utilità degli NFT. Pensa di poter acquistare un cucciolo in gioco (ve ne sono tanti pure oggi di ghichi così), un pet virtuale che ha solamente un valore di tipo estetico. Fai finta che tra qualche anno si possano utilizzare questi “animali domestici” in un altro gioco, nel quale si possono far scontrare tra loro in un’arena, come se fossero dei Pokemon.

Poiché si tratta di oggetti digitali comprati in un altro gioco e unici, irripetibili, adesso che hanno acquisito una funzione ludica più interessante è probabile che valgano molto di più rispetto a quanto valessero quando li hai presi. Il sistema blockchain (e solo questo) ti offre la possibilità di prendere il tuo pet e metterlo in vendita al miglior offerente. Il libero mercato digitale è molto più libero e grandioso, in questi termini.

Se non hai già l’acquolina in bocca, possiamo continuare questo discorso all’infinito.

La maggior parte dei giocatori sono piuttosto contrari a inserire queste dinamiche economiche nei giochi. Purtroppo, come abbiamo già spiegato, è impossibile sottrarsi del tutto a esse, dal momento che le case di produzione ci marciano da parecchi anni e fanno di tutto per spillare soldi agli utenti: vuoi con l’acquisto di espansioni o con quello di skin nuove.

Insomma, in un modo o nell’altro un player appassionato sarà tentato di spendere e sicuramente lo farà. Solo che non riceverà nulla di sostanzioso in cambio e lo scambio sarà a totale beneficio di una sola parte.

Con i giochi blockchain i giocatori sono tutti gestori delle transazioni finanziarie che avvengono in partita e questo permette una maggiore trasparenza e autonomia. Meglio di così, possiamo soltanto sperare che i colossi del mondo videoludico ci permettano di vivere in pace, permettendoci di utilizzare gli NFT a vantaggio di tutti e non solo del loro tornaconto.

Il giocatore sempre più al centro del sistema

La blockchain è l’occasione per i giocatori di rendere la loro posizione sempre più centrale in questo sistema e riuscire a valutare il loro tempo in termini economici (“time is business” dopotutto).

Facciamo un altro esempio che riguarda proprio due prodotti di case produttrici di gaming. Allora, mettiamo caso che FIFA e Fortnite si appoggiassero per funzionare a una catena digitale come quelle di cui abbiamo parlato, un registro mastro crittografato. In questo caso i giocatori potrebbero raccogliere punti vincendo ogni settimana le varie sfide che si succederanno.

Poi potrebbero con facilità far uscire dal gioco questi punti sotto forma di token da trasmutare in altro tipo di punti in un altro gioco (i Fifa point per esempio) e utilizzarli per giocare un’altra partita in un altro videogame, oppure per acquistare roba da utilizzare in altre campagne, in altre situazioni, Una sorta di crossover crittografico per i videogame, che risponde solo alle regole del libero mercato, quello che funziona secondo il rapporto di domanda e offerta e che non obbedisce ai desideri di Electronic Arts.

Questo discorso potrebbe far arricciare il naso a non poche persone. I giochi online sono destinati a diventare tutti prodotti sui quali poter speculare? Naturalmente no. Ci saranno sempre giochi ideati per il semplice intrattenimento ludico dei gamer e che non avranno mai alcuno scopo se non questo.

D’altra parte, come abbiamo già detto, i giochi blockchain non sono ancora largamente diffusi pure per la poca presa che hanno sulla community dei gamer appassionati: questi giocheranno sempre solo per divertimento o per l’emozione che la competizione suscita, ma non per motivi di lucro, senz’altro.

Infatti, esistono già delle situazioni in cui è impossibile immaginare l’uso della tecnologia blockchain, come i giochi arcade, quelli indipendenti, le avventure single player e i titoli narrativi. Insomma, ci sono anfratti tranquilli, piccoli angoli di paradiso dove neppure il progresso tecnologico della crittografia può arrivare a marchiare la sua preponderante presenza.

La blockchain ha forse già colonizzato ampiamente alcuni settori del mercato mondiale, ma non riuscirà mai a fare la stessa cosa con questo (almeno non interamente). Uno dei motivi principali è che i produttori e le case editrici di videogiochi vorranno sempre tenersi stretto almeno un lembo di quel potere che hanno scoperto e conservato da quando quest’industria esiste.

Non dobbiamo però rischiare di cadere nel tranello: demonizzare in toto i giochi con fini speculativi sarebbe una stupidaggine, considerando quanto possano essere utili a chi ha mire espansionistiche. I grandi team di eSports, infatti, potrebbero essere interessati a fare propri alcuni di questi strani ma interessanti progetti per riuscire a creare un importante fondo cassa. I soldi servono, l’economia aiuta a crescere. Pure nello sport (anzi, forse principalmente) è così.

I videogiochi sono considerati a tutti gli effetti sport e intrattenimento, come lo è anche il calcio, ad esempio. Per questa ragione dovremmo cominciare a ragionare in maniera da equiparare i videogame a qualsiasi altro spettacolo da competizione. E facendo così potremmo essere più indulgenti nei confronti di tutte le occasioni di lucro che ci vengono offerte in seno a questo settore, comprese quelle che provengono dalla tecnologia blockchain e dallo scambio di NFT.

Un altro rischio da calcolare è l’assuefazione dal gioco, la dipendenza causata da un modo di giocare esagerato e dannoso. Il problema esiste da tempo, poiché nei giochi che sono attualmente in uso spesso si incitano i giocatori a rimanere in partita per più ore possibili: più resistono più avanzano o riescono a ottenere oggetti ambiti e utili. Questo è un male? Potenzialmente sì. ognuno è libero di fare quel che vuole della propria vita, sebbene sia consigliabile cercare di non far diventare un hobby una vera e propria malattia.

Aggiungendo all’equazione la componente di interesse economico, il fenomeno si intensificherà fino a divenire un probabile rischio per la salute psicologica e fisica. Questo è possibile, ma non sicuro. Bisogna sempre prendere con le pinze i pronostici più pessimistici, come si fa con quelli troppo ottimistici.

Infatti, sebbene corriamo questo rischio, il problema non dipende dalla tecnologia. Ripetiamo che non va bene demonizzare lo sviluppo tecnologico, a meno che non si voglia intraprendere una caccia alle streghe senza senso. Il problema dipende, invece, dalle intenzioni degli sviluppatori. La loro buona fede ci salverà dalla catastrofe? Ai posteri l’ardua sentenza. E nel frattempo speriamo per il meglio. Poiché ogni scoperta e novità porta in sé un seme del bene e un seme del male, al contempo, indistintamente.

La cosa più importante è che, se sia male o sia bene alla fine, gli utenti possano sempre avere la libertà di scegliere il loro destino influenzando le stesse sorti del progetto alle spalle del gioco e il suo sviluppo. Solo le dinamiche della blockchain consentono questa libertà d’azione, questo autonomia e possibilità di connessione tra produttori ed esercenti.

Giochi blockchain e i metaversi

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Purtroppo, per la tristezza di molti che amano i concetti chiari e concreti, il metaverso è una cosa molto vaga. Un’evoluzione di Internet, è spesso descritto come “spazi online in cui le persone possono socializzare, lavorare e giocare come avatar”. Quegli spazi sono condivisi e sempre disponibili; non scompaiono quando hai finito di usarli, come una chiamata su Skype. La descrizione è così ampia che molte persone affermano che il metaverso esiste già nei mondi digitali di Roblox, Minecraft e Fortnite, che consentono ai giocatori di riunirsi in ambienti 2D. Second Life, una piattaforma social e di gioco vecchia di quasi due decenni, è il metaverso OG.

Il capo di Facebook Mark Zuckerberg, il CEO di Microsoft Satya Nadella e altri sostenitori vedono un’esperienza più profonda e coinvolgente che sposa una serie di tecnologie esistenti, come visori VR, dispositivi mobili, personal computer e server connessi al cloud. Questi futuristi immaginano lo sviluppo di un mondo virtuale 3D, in cui potresti entrare indossando un visore o occhiali AR.

Non c’è accordo sul fatto che avrai bisogno di VR o AR per arrivare al metaverso, ma praticamente queste cose vanno di pari passo. Ciò suggerisce che i visori saranno compatibili con tutto ciò che viene offerto. Infatti, una nuova ondata di visori VR e realtà mista è prevista quest’anno da Meta, Sony, Apple e forse altri.

Il metaverso sarà un mondo virtuale parallelo alle nostre vite reali. Sorgeranno quartieri, parchi e club digitali, possibilmente in un unico mondo virtuale o diffusi in molti. Alcune persone vedono un metaverso che si sovrappone al mondo fisico e include sovrapposizioni in realtà aumentata. Gli investitori stanno già spendendo per appezzamenti di terreno virtuale.

Gli oppositori sono scettici sul fatto che il metaverso sarà tutto ciò che Zuck e altri suggeriscono. Molti definiscono piuttosto ingombranti i visori che saranno necessari per accedere al metaverso. Persino l’inventore della Playstation li ha definiti “semplicemente fastidiosi”, mentre un dirigente senior di Meta ha definito “infelici” i visori della sua stessa azienda. Eppure i giocatori (tornando alla questione del gaming) non li trovano così terribili. Anzi, i gamer fanno a gara per averli e questo vuol dire già tanto.

La questione rimane aperta e opinabile. Facebook, Microsoft, Sony, Epic Games e un gruppo di aziende più piccole stanno tutti lavorando a progetti con la speranza di ottenere per primi dei notevoli vantaggi da questo nuovo insieme di universi virtuali.

Non è chiaro se il visore VR di un’azienda sarà compatibile con l’ampio mondo multiplayer di un’altra azienda o con la grafica basata su cloud. La maggior parte delle aziende promette un metaverso che consente ad altre società di entrare. Ma ciò richiede loro di concordare su come lavorare insieme.

Meta, che prevede di spendere miliardi per i suoi progetti metaverse, afferma che l’interoperabilità è fondamentale. Se hai un avatar su Facebook, dovresti essere in grado di usarlo su una piattaforma Microsoft. Ciò suggerisce un singolo metaverso. Prova invece a spostare una skin che hai acquistato in Fortnite su un’altra piattaforma e scoprirai rapidamente che quei componenti aggiuntivi sono bloccati nel gioco Battle Royale.

La visione di un unico metaverso che supporta i servizi di molte aziende diverse ricorda gli ideali utopici della prima Internet. Quando i primi pionieri hanno capito quanti soldi si potevano guadagnare online, tuttavia, tutte le scommesse erano state annullate. Probabilmente sarà lo stesso con il metaverse. Se Zuck e altri hanno ragione, ci saranno troppi soldi in gioco per le aziende per consentire ai clienti di ritirare e traslocare.

La nostra migliore ipotesi (ed è solo un’ipotesi) è che il metaverso inizierà come una lista di piattaforme concorrenti, ognuna delle quali pretende di essere il metaverso. Pensa a un ambiente che assomiglia ai primi giorni della messaggistica istantanea, quando i servizi erano frammentati.

Col tempo, tuttavia, emergeranno degli standard e alla fine i grandi attori utilizzeranno una tecnologia compatibile, evolvendosi in qualcosa che assomiglia ai protocolli di posta elettronica. Internet funziona ampiamente in questo modo ora con battaglie tra protocolli concordati e standard proprietari, contenuti di una serie di aziende ed ecosistemi software concorrenti.

Avrai il tuo avatar, che potrai progettare, e possederai risorse digitali, i cui titoli saranno probabilmente registrati su una blockchain. Alcuni pensano che comprerai appezzamenti di terreno digitale e costruirai case online, in cui potrai intrattenere i tuoi amici (o almeno i loro avatar).

Può sembrare fantastico o assurdo, ma le scommesse sul valore della terra digitale sono già iniziate. Tokens.com, una società canadese, ha speso quasi 2,5 milioni di dollari in proprietà virtuali in Decentraland.

Altri vedono un’esperienza più fluida. Sono già disponibili versioni più semplici di un’esperienza metaverse, come Roblox o Fortnite. Quei giochi non sono così coinvolgenti come il metaverso di cui parla Zuck, ma offrono un’idea ragionevole di ciò che è stato pianificato.

Spieghiamo in breve anche il concetto di “play to earn”

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Ne abbiamo già parlato in un’altra guida e anche qui vogliamo soffermarci poiché si trova in stretta relazione con la questione dei giochi blockchain. Questa spiegazione può aiutarci a fare più luce sulla faccenda.

Ilplay to earnè un nuovo modello di business che sta investendo l’industria dei videogiochi e consente ai giocatori di guadagnare risorse che possono vendere per denaro in un mercato. Man mano che gli utenti giocano, guadagnano una valuta scambiabile che può essere scambiata con denaro reale. Alcuni di questi asset sono NFT o token non fungibili. Gli NFT sono oggetti digitali che possono essere una skin di gioco, un’arma fantastica o persino un animale che puoi allevare (pensa alle uova di Pokemon). Quindi, invece di versare denaro in un gioco per oggetti, non possiedi, puoi effettivamente beneficiare del tuo gameplay fuori dal tuo gioco.

La maggior parte dei giochi tradizionali non utilizza un gioco per guadagnare economia. Il loro modello di business è come una strada a senso unico verso un vicolo cieco per i giocatori. Il denaro entra nell’ecosistema ma non se ne va. E una volta che è lì dentro non circola tra i giocatori o peer to peer. Avranno un sacco di piccoli acquisti cosmetici come skin ed emote che non influiscono sul bilanciamento del gioco ma porteranno invece un flusso costante di entrate da una base di giocatori dopo il download iniziale.

Raid Shadow legends è un esempio di alto livello del modello freemium. I giocatori ottengono il gioco gratuitamente e possono quindi pagare per la possibilità di ottenere buoni campioni acquistando un sacco di biglietti di evocazione.

Nella memoria recente, gli studi di videogiochi sono stati martellati per avere casse di bottino. Le casse del bottino sono oggetti digitali consumabili che hanno oggetti di gioco randomizzati.

Incoraggiare i giocatori ad acquistare scatole all’ingrosso per ottenere cosmetici fantastici. Questi cosmetici sono spesso bloccati per il giocatore e non possono essere scambiati o venduti. Quindi staranno nel loro inventario a raccogliere polvere. Utilizzando la tecnologia blockchain, gli oggetti non fungibili, ovvero gli oggetti che non possono essere divisi come un dollaro in centesimi, possono essere scambiati tra i giocatori ed essere spostati sia dentro che fuori dal gioco.

I giochi per dispositivi mobili tradizionali sono noti per il modello pay-to-win freemium. Il modello freemium si basa su un giocatore che ottiene un gioco gratuitamente e viene quindi incoraggiato ad acquistare pacchetti e potenziamenti per saltare ore di macinazione. Quindi un gioco freemium viene spesso chiamato “pay to win”.

Un nuovo modello economico per il mondo videoludico

Usiamo un esempio di un gioco popolare. Call of Duty warzone è un battle royale gratuito in cui vince l’ultimo giocatore in piedi.

Così com’è ora i giocatori acquistano nuovi componenti aggiuntivi, pacchetti e skin dei personaggi. Ma i giocatori hanno anche la possibilità di sbloccare i progetti dalle scatole trovate nel gioco.

In un’economia play to earn, i giocatori possono guadagnare una valuta dalle uccisioni, dal completamento di compiti o risultati o dalla sopravvivenza nell’arena della seconda possibilità, il gulag. Possono prendere quella valuta e usarla per acquistare pacchetti con oggetti che possono vendere oppure possono togliere quella valuta dal gioco e cambiarla con denaro reale.

Immagina di avere un compito/risultato quotidiano di uccidere un’intera squadra. Quel compito quotidiano potrebbe darti un paio di euro nella valuta che puoi quindi girare e acquistare con essa la skin che ti interessa. Allo stato attuale, puoi acquistare quella skin solo con i tuoi soldi dall’esterno del gioco.

Ogni oggetto ora può avere un valore verificabile, grazie all’economia play to earn. Quindi, se uno streamer COD super popolare decide di trasformarlo in un NFT a tempo limitato, può farlo.

Un NFT limitato nel tempo si ha quando un creatore arriva dove chiunque può richiedere un NFT gratuito per un certo periodo di tempo o c’è una vendita che una volta esaurita è disponibile solo da altre parti. E chiunque ne possieda uno può vedere la rarità dell’oggetto e venderlo all’interno del mercato di gioco.

Nel regno degli eSport, tutti lodano i campioni. È tradizione che alcuni giochi realizzino skin a tempo limitato per celebrare una certa squadra di eSport che vince il campionato. Man mano che gli eSport crescono in popolarità e le squadre aumentano il loro marchio, le loro speciali skin di gioco diventeranno ricercate. Come quando le carte da principiante esplodono quando un giocatore ha una grande carriera, immagina quanto sarà popolare la prima skin del campionato per la prossima grande squadra di eSport.

In genere queste risorse non sono negoziabili e i giocatori che cercano di intrufolarsi spesso finiscono per essere bannati o truffati. E con influencer e risorse sponsorizzate, gli spettatori possono rivendicare NFT e dire che erano lì quando è successo x e hanno l’NFT per dimostrarlo.

Uno dei maggiori punti di forza per gli sviluppatori è che possono guadagnare una percentuale di sconto sugli scambi e sulle vendite nel loro mercato. Supponiamo ad esempio che Fortnite abbia il suo mercato. E i giocatori comprano e vendono skin in dollari. Se diciamo che il cinque percento di ogni vendita va ai giochi Epic, non passerà molto tempo prima che abbiano un reddito passivo semplicemente dal rilascio di nuove skin e contenuti e appoggiandosi alla loro sana base di fan.

Sembra che le possibilità di guadagno reale attraverso il gioco crescano di giorno in giorno. Alcune delle tendenze che abbiamo notato sono giochi incentrati sull’allevamento di NFT: prendi due NFT e ne fai un altro e vendi quello nuovo. Un gioco può tranquillamente utilizzare sia l’allevamento che il guadagno basato sulla vincita.

Questa rivoluzionaria combinazione di meccaniche di gioco ha portato milioni di giocatori a provare Axie Infinity, il campione indiscusso del play to earn. Alcune piattaforme mostrano che negli ultimi 30 giorni c’è stata una media mensile di oltre 18.000.000 di utenti che giocano ad Axie Infinity.

Axie Infinity

Axie Infinity ha dato ai giocatori l’opportunità di guadagnare dalla loro dedizione e dalle loro abilità.

Di solito, videogiochi come Fortnite e Call of Duty danno ai giocatori una spinta al morale o il diritto di vantarsi quando vincono. Possono usare il filo interdentale quanto vogliono, ma non ottengono guadagni nella vita reale.

Axie Infinity ha infranto lo stigma secondo cui i videogiochi sono visti soltanto come una “perdita di tempo”. Quando i giocatori giocano e vincono partite contro l’IA in PVE o contro altre persone reali in PVP, guadagnano una valuta di gioco chiamata SLP o Small Love Potion. È ciò che serve per “allevare” asce o creare un’altra ascia, come quando covi le uova nei Pokemon.

SLP può essere ritirato e scambiato sugli scambi con criptovalute, il che significa che un giocatore può giocare ad Axie Infinity, vincere alcune partite, incassare le vincite e quindi venderlo come cripto per trasformarlo in dollari o euro.

Abbiamo effettivamente visto l’effetto a catena di Axie Infinity che aiuta i gruppi nello spazio. Yield Guild Games, o YGG, è un’organizzazione autonoma decentralizzata che si dedica alle meccaniche del play to earn. Stanno investendo in più giochi che consentono ai giocatori di guadagnare attraverso l’ecosistema. Alcuni di questi giochi sono OG nello spazio o sono in ascesa.

Giochi come Splinterlands e ZED RUN ne sono un esempio. Ma un gioco in cui stanno investendo davvero una valanga di soldi è League of Kingdoms, un MMO in cui i giocatori possono possedere terreni e guadagnare ricompense per salire di livello.

Axie Infinity non è l’unico gioco che ha adottato la meccanica play to earn. Ecco un elenco di altri giochi che lo utilizzano in una certa misura. Diversi progetti promettono che potrebbero essere implementati o stanno cercando di entrare in gioco per guadagnare. Questi giochi sono alcuni di quelli che attualmente lo stanno già facendo:

  • Illuvium
  • Gods Unchained
  • The Sandbox
  • Town Star
  • Thetan Arena

Il ROI: l’economia del play to earn è davvero stabile?

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Parliamo adesso del ROI, che è una sigla che sta per definire il momento in cui l’investimento ritorna indietro e noi possiamo ottenere concretamente un guadagno. A volte, per aspettare il ROI, siamo costretti a vedere il succedersi lento e inesorabile di molte stagioni: in cose come queste bisogna avere molta pazienza. La maggior parte delle volte, il tempo che passa è moltissimo, prima di riuscire a intravedere da lontano i primi risultati positivi del nostro investimento, e questo accade perché alcune monete hanno un valore fin troppo volatile.

Bisogna considerare e ponderare bene anche su questo aspetto: vale la pena puntare su un gioco play to earn, se l’economia è così instabile a volte? Cade sempre la manna dal cielo o stiamo rischiando, nell’attesa che non accada proprio nulla?

Possiamo dire con una certa sicurezza che alcuni videogame, con il tempo, si esauriranno da sé, e questo perché non sono né interessanti né piacevoli né divertenti da giocare. La gente ci trascorre sopra (o meglio, dentro) del tempo con il semplice obiettivo, molto sterile, di guadagnare denaro. O comunque provare a farlo.

Non si tratta più di gioco, ma di noioso mining, che a questo punto è mille volte meglio lasciarlo fare alle nostre potenti schede video, se siamo tra i fortunati che ne possiedono ancora una decente.

Ma il rischio maggiore di questo processo è che, se tutti sfruttano i play to earn al solo scopo di vendere token e non di passare il tempo divertendosi, non sarà rimasto nessuno interessato a comprare e il valore degli NFT raccolti crollerà inesorabilmente.

Vuol dire, in pratica, che così stando le cose, molti giochi blockchain potrebbero morire domani, alla stessa velocità con cui sono spuntati.

Questo molto probabilmente non accadrà a grandi titoli come Axie Infinity. E questo perché la caratteristica principale dei giochi blockchain, contrariamente a ciò che pensano in molti, non è la possibilità di far guadagnare agli utenti attraverso gli scambi. Non è neppure quella di “minare” token vendibili. Non è trasformare in progetti lucrativi delle occasioni di gioco.

Semplicemente, la prima caratteristica fondamentale di un gioco blockchain è che coinvolga il giocatore in maniere sempre più creative e illimitate per l’immaginazione.

Per approfondire:

Bibliografia:

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