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Ethereum: storia ed evoluzione. | Theledger

Ethereum: storia ed evoluzione.

Vi siete mai chiesti come sia nato e si sia evoluto il protocollo Ethereum? In questa trattazione si evidenzieranno i suoi caratteri rivoluzionari, anche se ancora in fase di evoluzione, e la sua possibile adozione da parte delle aziende.

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Tempo di lettura: 11 minuti
  • Ethereum può essere considerata una rivoluzione che amplifica il valore della blockchain;
  • Ethereum è il frutto di incontri casuali e anni di tentativi;
  • Il protocollo Ethereum è “genericista”, contrapponendosi alla “singleton degli altri;
  • Ethereum è arrivato alla quarta fase evolutiva: Serenity o Eth. 2.0 che prevede il passaggio dal protocollo di consenso p.o.w. a p.o.s.;
  • Con la nuova release si aprono nuove prospettive per le aziende: le valutazioni sulla convenienza sono in corso.

 

Introduzione

Quando si parla di protocolli basati sulla tecnologia blockchain viene in mente la miriade di token che ogni giorno viene proposta sulle più diffuse piattaforme di scambio di criptovalute.

Ciò che si sta cercando di dire è che dalla pubblicazione del white paper, che nel 2007 introduceva il rivoluzionario protocollo bitcoin (e con questo la blockchain), si è giunti alla loro moltiplicazione, ognuno con una funzione diversa o, comunque, volti a migliorare le peculiarità delle tecnologie già esistenti.

A riguardo, oggetto di descrizione di questo articolo sarà il protocollo Ethereum.

Può considerarsi come una seconda e più complessa rivoluzione rispetto al bitcoin.

Mentre quest’ultimo protocollo prevede la sola possibilità di scambio di criptovalute (bitcoin, appunto), con Ethereum si è fatto di più, riuscendo a trasferire sulla blockchain beni e servizi.

 

La seconda rivoluzione: Ethereum

Il teenager canadese Vitalik Buterin, scrittore oltre che co-fondatore della rivista “Bitcoin Magazine”, pubblicò in un white paper del 2013 una prima rappresentazione di quello che sarebbe dovuto essere Ethereum.

Se si effettua una ricerca del white paper sulla pagina web ufficiale, si troverà che quella descritta al suo interno non è altro che una versione di Ethereum ancora rudimentale e ben differente rispetto a quella attuale. Il white paper, tuttavia, continua ad essere tenuto in considerazione, in quanto «it continues to serve as a useful reference and an accurate representation of Ethereum and its vision».

Lo scopo era quello di creare un protocollo che permettesse a tutti di elaborare applicazioni software che sfruttassero la tecnologia decentralizzata blockchain. Buterin, infatti, riteneva che quest’ultima potesse avere più ampie applicazioni rispetto al solo trasferimento di denaro come avviene per i bitcoin.

In particolare, si evidenzia nel white paper, era necessario creare un linguaggio di programmazione che permettesse di disporre mediante software basati sulla tecnologia blockchain di asset fisici come titoli o proprietà.

Una delle applicazioni al cui sviluppo lo stesso Buterin partecipò nel 2013 fu quella dei c.d. colored coins. Progetto sviluppato insieme al Ceo della piattaforma eToro, Yoni Assia, che prevedeva di “colorare”, tracciandone la provenienza, un insieme di bitcoin in modo da distinguerli dagli altri e destinarli ad usi specifici anche nell’ambito pubblico.

Fu proprio questa l’occasione per esporre la possibilità di un protocollo “genericista” che desse la possibilità a chiunque di sviluppare una qualsiasi applicazione decentralizzata.

Evento fondamentale per il suo sviluppo fu la North American Bitcoin Conference di Miami del gennaio 2014.

Per quella occasione, un gruppo di persone costituito da Gavin Wood, Charles Hoskinson (co-fondatore di Ethereum e fondatore di Cardano), Anthony Di Iorio (finanziatore del progetto, proveniente da Toronto, Canada) prese in locazione una casa a Miami per partecipare alla conferenza.

Al gruppo devono aggiungersi anche Mihai Alisie, Joseph Lubin e il reporter Morgan Peck.

In quella conferenza fu Vitalik Buterin a presentare il progetto Ethereum e poco tempo dopo il team decise di iniziare una raccolta fondi attraverso la vendita del token ether, acquistabile per mezzo di bitcoin.

 

Sviluppo del protocollo Ethereum

Lo sviluppo del progetto è iniziato nel 2014 con l’apertura della società svizzera Ethereum Switzerland Gmbh (Eth Suisse).

Come già anticipato, l’idea era quella di inserire c.d. smart contracts sulla blockchain in modo da permettere l’esecuzione di funzioni molto più sofisticate del solo scambio di criptovalute.

Uno dei co-fondatori di Ethereum, Gavin Wood, in qualità di Chief Technology Officer, elaborò e pubblicò uno yellow paper (in effetti è di colore giallo, in opposizione al colore bianco di quello bitcoin), nel quale viene descritto il funzionamento di Ethereum e le differenze sostanziali rispetto ai protocolli fino a quel momento utilizzati.

In particolare, si legge nell’abstract della pubblicazione che: «the blockchain paradigm when coupled with cryptographically-secured transactions has demonstrated its utility through a number of projects, with Bitcoin being one of the most notable ones. Each such project can be seen as a simple application on a decentralised, but singleton, compute resource. We can call this paradigm a transactional singleton machine with shared-state»

Singleton” che si contrappone, invece, alla “plurality” «of such resources, each with a distinct state and operating code but able to interact through a message-passing framework with others», che caratterizza Ethereum.

Quest’ultimo, si dice nello yellow paper, è un progetto che tenta di realizzare una tecnologia generalizzata o, nelle parole di Vitalik Buterin, “the world’s computer”, una tecnologia sulla quale tutti i prototipi di state machine (algoritmi che a dati input producono output) transaction-based possono essere realizzati.

Ethereum viene, infine, descritto come «a trustful object messaging compute framework».

Nonostante i buoni propositi, la fase di iniziale raccolta fondi non andò, tuttavia, a buon fine.

Gli Ether inizialmente rilasciati nel 2014, infatti, venivano scambiati per bitcoin il cui prezzo in breve tempo crollò. Ciò che portò l’intero team a dover affrontare perdite per milioni di dollari.

I fondi rimanenti furono, comunque, investiti per la creazione della Ethereum Foundation o Stiftung Ethereum, un’organizzazione no-profit con sede in Svizzera, con il compito di accompagnare e supervisionare lo sviluppo del software di Ethereum.

 

L’evoluzione e roadmap di Ethereum

Ethereum non è giunto alla sua forma finale e, probabilmente, non lo farà mai.

Dalle prime fasi sperimentali il protocollo si è sempre più perfezionato. Il suo funzionamento è diventato più elaborato e sofisticato e ad oggi si sta evolvendo verso forme più efficienti ed eco-friendly.

Lo sviluppo di Ethereum si può, fino ad ora, riassumere in quattro fasi:

1) Frontier Release: questa prima forma di Ethereum era, più che altro, una versione sperimentale. Consisteva in un’interfaccia nella forma di una sola command line (o riga di comando, con cui l’utente impartisce comandi in input e riceve risposte testuali in output).

La funzione offerta in questa prima fase consiste nella possibilità di estrarre ether e di caricare ed eseguire propri ether contracts sulla blockchain. Con questa impostazione gli utenti possono configurare le proprie postazioni di mining, scambiare ether, caricare il loro software su Ethereum e utilizzare per la prima volta applicazioni funzionanti su registri distribuiti o c.d. D.A.P.P.S.

In questa fase Ethereum è descritto come “a safe decentralized software platform”, dove la parola “safe” è, per ora, sbarrata;

2) Homestead Release: l’inizio della fase Homestead non è altro che il risultato delle sperimentazioni della prima fase. Solo la classificazione del network ethereum come stabile e sicuro ha, infatti, potuto aprire le porte ad un’evoluzione del protocollo. Ethereum non è più soltanto “a decentralized software platform”, ma ora è anche safe. Nonostante il miglioramento sotto questi punti di vista, ethereum è ancora in una fase c.d. beta nella quale si può iniziare a pensare allo sviluppo di progetti più ambiziosi e, dunque, alla terza fase;

3) Metropolis Release: in questa fase viene rilasciata una versione di Ethereum molto più user-friendly, con un’interfaccia adatta anche ad utenti senza esperienza. Allo stesso tempo nella fase metropolis viene rilasciata l’applicazione MIST che permette la ricerca di altre applicazioni basate su protocolli distribuiti. La fase 3 dimostra, attraverso le applicazioni e i programmi d.l.t., la forza e l’affidabilità della rete ethereum. Parte integrante di questa nuova versione del protocollo è la hard fork Byzantium, avvenuta nell’ottobre del 2017, con la funzione di migliorare le garanzie di privacy, la scalabilità e la sicurezza del sistema. A questa prima hard fork è, poi, seguita la c.d. Constantinople fork del gennaio 2019, con la funzione, questa volta, di apportare modifiche al protocollo relative alla politica economica di Ethereum;

4) Serenity Release: in questa fase, iniziata a dicembre del 2020, si lancia una nuova versione di Ethereum che rompe la continuità con il passato. Si parla, infatti, di Ethereum 2.0 che si svilupperà attraverso tre diversi step:

ethereum2.0 staking

 

fase 0: con essa si è iniziato il processo di cambiamento. Si è aperta la c.d. beacon chain, la quale non si basa più sul protocollo proof of work (P.o.W.), ma su quello proof of stake (P.o.S.), che permette maggiore scalabilità e, soprattutto, maggiore efficienza energetica;

fase 1: prevede la creazione di c.d. shard chains che garantiscono una maggiore velocità di elaborazione delle transazioni. Queste, infatti, permettono di suddividere tra i vari nodi le transazioni da validare, permettendo, così, la validazione di un numero maggiore di transazioni nel tempo. Le shards saranno, ovviamente, collegate alla beacon chain della fase 0. Il lancio di questa nuova tappa è previsto per il 2021, ma ancora non si sa nulla di più preciso;

fase 2: prevede lo sviluppo e il rafforzamento delle prime due fasi, oltre all’integrazione di ethereum 1.0 in ethereum 2.0, andando a costituire una delle sue shard chains.

 

Possibili applicazioni aziendali

La trasformazione del meccanismo di consenso di Ethereum da p.o.w. a p.o.s. apre la possibilità a molte aziende di sviluppare o trasferire le proprie applicazioni sulla rete decentralizzata pubblica.

Ethereum 2.0 rappresenterà, infatti, un’alternativa a software aziendali concorrenti che sfruttano altre reti private come la IBM’s Blockchain, sviluppata da Hyperledger.

A riguardo, Corey Petty, Chief Security Officer di Status (un team che a livello globale collabora per realizzare prodotti, strumenti e infrastrutture per i clienti Ethereum 2.0), ha affermato che la nuova versione di Ethereum sarà in grado di elaborare approssimativamente 100.000 transazioni al secondo, potendo, altresì, fornire sicurezza, decentralizzazione e gas fee più economiche.

Il risultato, continua Petty, sarà che sempre più imprese opteranno per la rete Ethereum, in quanto: «Eth2 will work to solve the trilemma that has kept enterprises on the periphery of the Ethereum ecosystem and further open the gates for them to run decentralized applications (dApps) securely and efficiently at scale».

Il protocollo ethereum, comunque, è stato già utilizzato con successo dalla Coke One North America o C.O.N.A., per le transazioni necessarie alla supply chain.

A sua volta John Wolpert, un pioniere della tecnologia blockchain e membro di Consensys, ha affermato che Ethereum 2 non avrà immediato “successo”, essendoci ad oggi sufficiente spazio sulle attuali reti pubbliche per i progetti attualmente in cantiere. Aggiunge, però, che allo stesso tempo il rilascio della Beacon chain servirà alle aziende per testare e rendersi conto dell’affidabilità del protocollo ethereum.

A conferma di quanto detto finora, John Whelan, il direttore amministrativo di Banca Santander, ha affermato che le aziende vedranno di certo i benefici del nuovo protocollo in termini di maggiore scalabilità, privacy e stabilità definitiva. Allo stesso tempo, però, il lancio di Ethereum 2 non si traduce nella sua automatica adozione da parte delle imprese, le quali avranno bisogno dell’osservazione delle altre fasi per rendersi conto degli effettivi benefici che questo apporterà. Comunque, conclude,:«Eth 2.0 is real. It is not vaporware».

 

In conclusione

Ethereum, come si è potuto osservare fino ad ora, costituisce una vera e più complessa alternativa al protocollo bitcoin.

È ancora in fase di crescita e di evoluzione, come testimonia anche lo stesso valore del token ether che ne è alla base. Se è vero, come detto altrove, che il valore dei token è spesso dettato da fattori estranei alle normali regole della finanza, è anche vero che il successo del protocollo è qui dettato anche dalla tipologia dei suoi destinatari.

Per quanto questo possa, infatti, essere utilizzato da un pubblico indiscriminato, sono le aziende il vero target di Ethereum. Non dimentichiamoci che lo scopo che Vitalik Buterin si proponeva di raggiungere con Ehereum era proprio quello di permettere lo scambio di criptovalute, ma anche di beni e servizi, come quelli offerti dalle aziende.

Il processo di affermazione di Ethereum è, pertanto, naturalmente lento in quanto volto non solo al proprio perfezionamento, ma anche a dimostrare serietà e sicurezza al pari o al di sopra degli altri protocolli. D’altro canto si deve scontrare con le perplessità che le nuove tecnologie generano nel vecchio mondo (non è da intendersi in senso continentale, ma tecnologico) difficili da scardinare.

Ecco, infatti, che anche i pionieri e gli amministratori lungimiranti richiedono tempo per poter decidere se acquisire o meno tecnologie decentralizzate per le aziende che amministrano; tempo nel quale è il protocollo che deve dimostrare di poter essere adottato e di poter andare a sostituire gli attuali meccanismi di scambio che fino ad ora si pensava non avessero rivali.

 

Per Approfondire:

  1. Ethereum – Wikipedia
  2. Colored Coins – Bitcoin Wiki
  3. Mihai Alisie – The Largest Blockchain Summit in the Eastern Europe (romaniablockchainsummit.com)
  4. Ethereum Yellow Paper: a formal specification of Ethereum, a programmable blockchain
  5. Constantinople – the winding up of Metropolis phase (etherworld.co)
  6. What’s next for Ethereum 2.0 after the Beacon Chain? (forkast.news)
  7. Shard chains | ethereum.org
  8. Ethereum 2.0 Beacon Chain può accelerare l’adozione della blockchain aziendale | Cerca Broker
  9. Ethereum 2.0 Beacon Chain may speed up enterprise blockchain adoption (cointelegraph.com)
  10. John Wolpert – UB Blockchain ThinkLab – University at Buffalo
  11. [Italian] Libro Bianco · ethereum/wiki Wiki · GitHub
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Avv. Luca Amorelli, laureato in giurisprudenza presso l’Università L.U.I.S.S. “Guido Carli†di Roma nel 2015. La sua formazione e competenza professionale è rivolta alle tematiche concernenti le obbligazioni, i contratti, i beni pubblici e privati, il funzionamento dei servizi pubblici e, più in generale, le posizioni soggettive dei cittadini utenti. Con un'attenzione sempre crescente per il mondo della Blockchain e degli Smart contracts, nel 2020 ha completato presso l'Università L.U.I.S.S. il Master di II livello in diritto della concorrenza e dell'innovazione. Nel settore delle nuove tecnologie l'Avv. Amorelli è specializzato nel diritto applicato o applicabile alla Blockchain e agli Smart contracts. Si occupa, inoltre, dei profili giuridici, fiscali ed economici legati all'uso e alla conservazione di criptovalute.
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