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Come mettere Bitcoin a rendimento in DeFi | Theledger

Come mettere Bitcoin a rendimento in DeFi

Se Bitcoin è famoso in tutto il mondo, la DeFi ha ottenuto successo in meno della metà del tempo. Qui, vedremo come mettere Bitcoin a rendimento in DeFi.

Bitcoin rendimento defi
Tempo di lettura: 11 minuti
  • Nella finanza decentralizzata è presente oltre l’1% dei Bitcoin in circolazione, equivalente a oltre 6 miliardi di dollari
  • I BTC possono essere messi in Lending Pools, AMM e Vaults in maniera semplice e con ROI molto elevati
  • Tramite i cosiddetti Bridge, è possibile convertire Bitcoin in WBTC o renBTC, token equivalenti che circolano su blockchain Ethereum
  • Ogni investimento ha un rischio: più ci si espone, più il ritorno economico può essere elevato

 

In questo articolo vedremo in maniera approfondita come trasformare i propri Bitcoin in un token decentralizzato e metterli a lavoro. Per “metterli a lavoro”, intendiamo il mettere i Bitcoin a generare interesse, nella maniera in cui solo uno strumento potente come la DeFi sa fare.

Quindi, vedremo come portarli dalla loro blockchain principale a quella Ethereum, la più gettonata quando si parla di finanza decentralizzata. Prima, però, proviamo a fare un overview della situazione attuale.

Cominciamo!

DeFi e BTC. Qual è il nesso?

Dovete sapere che non sono pochi i BTC che sono già presenti all’interno della finanza decentralizzata, il ramo più decentralizzato della blockchain e delle criptovalute.

Difatti, più dell’1% dei Bitcoin in circolazione è già “a lavoro” a maturare interessi, incrementando esponenzialmente il capitale di chi li ha depositati.

Anche se l’1% sembra poco, provate a considerare il valore in denaro dell’1% del totale dei Bitcoin in circolazione.

Attualmente, i BTC in circolazione sono circa 18.000.000. L’1% di 18.000.000 è circa 180.000 che, moltiplicati per un valore medio attuale di 35.000$ per Bitcoin, diventano 6.300.000.000$.

Quindi, l’ammontare di BTC in DeFi è di oltre 6 miliardi di dollari, non male se consideriamo che stiamo parlando di appena l’1% delle monete totali.

Lo yield farming, appunto, è una strategia molto potente per mettere i propri soldi a rendimento, in modo da guadagnare interesse composto senza muovere un dito, sfruttando gli strumenti della finanza decentralizzata.

Questo è un po’ diverso dal “classico” staking, in cui i soldi vengono usati in maniera differente. Abbiamo già visto in articoli precedenti come funzionano lo staking di ETH 2.0 su Coinbase e lo yield farming per le stablecoin.

Adesso, però, vedremo come funzionano i Bitcoin all’interno della finanza decentralizzata, tenendo a mente che l’unico nesso è quello di massimizzare i rendimenti sfruttando parte del capitale che vogliamo tenere a lungo termine. Se, infatti, utilizzate i vostri BTC per fare trading, aprendo e chiudendo operazioni, potreste non essere interessati a metterli a rendimento.

Se, invece, siete holders fedeli e non siete disposti a vendere i vostri BTC neanche per tutto l’oro del mondo (in questo caso digitale), allora spostare i BTC in DeFi potrebbe interessarvi.

Fermi un attimo, però. Dovete sapere che, anche se Bitcoin è disponibile su Ethereum dal 2019, deve essere convertito prima in un token ERC-20.

Difatti, ogni volta che volete mettere a lavorare i vostri BTC, dovrete fare un’operazione di eliminazione e nuova coniazione della moneta in un’altra forma diversa dall’originale. Fondamentalmente, i vostri Bitcoin verranno trasformati in token compatibili con la blockchain di Ethereum.

Potrete quindi riscattare i token trasformati per token normali, ma anche il contrario. In parole povere, pensate a tutte quelle volte in cui avete notato monete come renBTC o WBTC, che non sono altro che Bitcoin tokenizzati.

D’altronde, molti altri asset vengono tokenizzati per entrare nel mondo della finanza decentralizzata, come i Binance Coin (BNB) e i Wrapped Binance Coin (WBNB)

Adesso, però, vediamo quali sono le modalità disponibili per mettere a rendimento i BTC. Dopodiché, vedremo come tokenizzarli per portarli su Ethereum.

Ovviamente, si tratta di nozioni a solo scopo informativo, e non di consigli finanziari o suggerimenti per investire il proprio capitale.

I migliori metodi per mettere Bitcoin a rendimento

Principalmente, esistono 4 metodi diversi per mettere a lavorare i propri Bitcoin, ognuno dei quali con diversi margini di rischio e diversi rapporti rischio/ritorno sull’investimento. Quindi, è tutto a discapito dell’investitore, che deciderà se rischiare di più massimizzando i ritorni economici, o rischiare di meno apprezzando nel tempo sia la percentuale di interesse che l’incremento del valore di mercato.

Differenziare tra i vari metodi può anche essere una buona soluzione per mitigare i rischi massimizzando i guadagni, ma questo può essere fatto se si hanno somme più importanti di capitale. Ad ogni modo, i BTC vanno messi a lavorare con:

Lending Pools

Le Lending Pools sono “luoghi” in cui gli investitori hanno la possibilità di prestare il proprio denaro sotto forma di denaro FIAT o criptovalute, in modo da ottenere interessi sui loro prestiti.

Chi prende i soldi in prestito, infatti, dovrà ritornarli indietro con un interesse stabilito inizialmente, che parte dall’1,5% circa in su. Solitamente, queste sono utilizzate da chi vuole minimizzare il rischio minimizzando anche i rendimenti, ma tenendosi al sicuro da eventuali crolli di mercato o impermanent loss, come nelle liquidty pools.

Esempi concreti per poter mettere a rendimento Bitcoin sulle Lending Pools sono protocolli DeFi come Unit Protocol, Compound e Aaave, di cui quest’ultimo è tra i più gettonati.

Inoltre, chi riceve il vostro prestito dovrà garantirvi un collaterale sotto forma di criptovalute, in modo da coprirvi nel caso in cui il beneficiario perda i vostri soldi per qualsiasi motivo.

Vaults

Abbiamo già parlato di Vaults in un nostro precedente articolo su Yearn.finance e Curve, e abbiamo scoperto che le Vault consentono di eseguire operazioni di borrowing e lending, come nelle lending pools, sfruttando l’interesse composto in maniera automatica.

In termini semplici, se doveste generare interesse composto tramite il semplice lending, dovreste necessariamente prelevare e depositare nuovamente il capitale, pagando delle commissioni che, a volte, possono essere molto alte.

Con i Vaults, invece, ci si affida a dApps di terze parti che gestiscono il capitale facendo compounding automatico e, quindi, facendovi risparmiare molte fee.

Qui il rischio è leggermente più alto dato che non siamo noi a gestire i soldi, e che un attacco hacker potrebbe essere sempre dietro l’angolo.

Tuttavia, su applicazioni come yearn.finance, Curve, Pickle Finance e BadgerDao è possibile guadagnare oltre il 5% su asset come crvRenBTC, ovvero dei Bitcoin tokenizzati tramite smart-contracts RenVm.

Non è neanche difficile trovare rendimenti molto più alti, come la coppia Wrapped BTC/Digg, il cui rendimento è di quasi il 100% annuo!

Bitcoin rendimento defi
Alcuni APY su BadgerDAO

Quando parliamo di Vaults, pensate sempre a dei sistemi automatici che attuano diverse strategie per massimizzare i vostri ritorni economici. Inoltre, le commissioni che pagherete verranno divise con tutti gli investitori del Vault, motivo per cui saranno davvero ridotte.

AMM

Sapete già che l’acronimo AMM indica gli automated market makers, ovvero protocolli della finanza decentralizzata come Uniswap, Balancer e Sushiswap su Ethereum, come anche PancakeSwap su BSC, anche se non è questa la sede su cui parlarne.

In poche parole, un AMM è un exchange decentralizzato che, però, consente anche di mettere a rendimento i propri asset, piuttosto che fare trading rischiando di perdere grosse somme di capitale. Infatti, è possibile depositare il proprio denaro nelle pool di liquidità.

Immaginate di individuare una coppia in cui il numero gli scambi è molto elevato, per esempio BTC/USDT. Depositando i vostri LP token nella liquidity pool, ovvero un token che unisce sia Bitcoin e USDT (coniabile tramite l’AMM depositando entrambi gli asset), otterrete una parte delle commissioni pagate da tutti i trader che stanno scambiando all’interno di quella coppia.

In termini tecnici, ciò che farete sarà fornire liquidità alla coppia di asset, in modo che tutti possano scambiare senza problemi.

Qui, però, il rischio sale molto, in quanto il capitale viene messo interamente nella pool, e si rischiano perdite impermanenti molto importanti. L’impermanent loss avviene nel momento in cui il prezzo dei token di una coppia varia molto rispetto al momento iniziale.

Infatti, quando ritirerete il vostro capitale dalla pool, vi verranno ritornati dei token pari a ciò che è rimasto come liquidità, più ovviamente le commissioni. Però, se ciò che vi torna indietro (ad esempio meno bitcoin e più USDT), il valore potrebbe essere inferiore rispetto al caso in cui aveste semplicemente holdato Bitcoin.

Questo perché, se avete depositato 1.5 Bitcoin (1BTC=30.000$), ma un utente ne compra 0.5 per 15.000$ e, a causa del rialzo del mercato (+100%), i 0.5 Bitcoin arrivassero a valere 30.000$, a voi rimarrebbero 1 Bitcoin (60.000$) e 15.000$.

Se, invece, aveste holdato, vi sarebbero rimasti 1.5 Bitcoin che, col rialzo, varrebbero 90.000$. La perdita di 15.000$ (90.000-75.000) sarà un impermanent loss.

Quindi, bisogna studiare approfonditamente la coppia di asset prima di tuffarsi in una liquidty pool di un AMM.

I potenziali ritorni economici, logicamente, sono notevoli. Su dApps come Balancer, per esempio, è possibile trovare pool con APY di oltre il 24% più commissioni pagati grazie alle fee, anche se il rischio, come avete visto, è molto più alto.

AMM per stabletoken

A differenza di come si potrebbe intuire dal nome, gli AMM per stabletoken non si riferiscono alle sole monete stabili. Infatti, funzionano esattamente come un normale AMM, ma le coppie disponibili sono coppie “affini”, ovvero due token i cui valori sono molto vicini tra di loro.

Per intenderci, è possibile depositare su WBTC/renBTC o su USDT/DAI. Le prime, anche se non sono stablecoin, hanno dei valori ovviamente simili, e si può giocare sulla volatilità del prezzo per guadagnare le commissioni. Allo stesso tempo, il rischio di impermanent loss viene mitigato in maniera sostanziale.

Un esempio pratico di AMM per stabletoken sono sicuramente protocolli come Curve Finance o Saddle Finance, sui quali è possibile guadagnare oltre il 5% APY.

Come faccio a portare i Bitcoin in finanza decentralizzata?

Bene, adesso che conoscete i vari metodi di rendimento Bitcoin in DeFi, possiamo vedere insieme come portare i vostri BTC all’interno della finanza decentralizzata.

Ci sono diversi metodi per convertire i Bitcoin in WBTC o renBTC. In questo specifico caso, illustreremo come farlo tramite il bridge di BadgerDAO. Un bridge, o ponte, è appunto uno strumento che riesce a collegare diverse blockchain tra di loro, rendendo il tutto più versatile.

Rechiamoci, quindi, nel bridge di BadgerDAO, assicurandoci di essere sulla sezione “mint”. Collegate, quindi, il vostro wallet cliccando su “Connect to wallet” in alto a destra. Potrete usare Metamask o altri wallet-desktop. Tramite dispositivo mobile, potreste decidere di usare TrustWallet.

Bitcoin rendimento defi
Dashboard Bridge BadgerDAO

Ricordatevi, inoltre, che dovrete avere sia degli ETH che dei BTC per completare l’operazione, in quanto andranno pagate delle commissioni variabili in base alla congestione della blockchain.

Collegato il wallet, inserite l’ammontare di BTC da convertire, selezionando renBTC o WBTC tramite l’apposita icona.

Bitcoin rendimento defi
Dashboardo BadgerDAO

Fate un doppio o triplo check dei dati inseriti, in modo da essere sicuri di non sbagliare, e cliccate su conferma.

Vi apparirà un codice QR che potrete scannerizzare. Viceversa, potrete copiare e incollare l’indirizzo che spunterà sotto il codice QR. Questo indirizzo sarà quello a cui dovrete inviare i vostri BTC, ovvero quello di renVM o Bitgo nel caso di WBTC.

Dopo averli inviati, aspettate almeno 6 conferme dal network (che potrete controllare sull’hash dell’explorer che apparirà subito dopo l’invio dei BTC) e, dopodichè, cliccate su Submit to Ethereum.

Adesso avrete i vostri Bitcoin convertiti in renBTC o WBTC, e potrete metterli a rendimento secondo uno dei metodi che abbiamo visto sopra.

Ricordate sempre che i rischi, quando si parla di finanza decentralizzata, possono essere bassi ma anche elevati, in base a ciò che sceglierete. I rischi possono essere legati alla blockchain (ci si espone sia alla blockchain Ethereum che Bitcoin), agli smart-contract, agli enti che custodiscono il vostro denaro e, come visto prima, alle impermanent loss.

Quindi, fate sempre le vostre valutazioni. Se volete dare un’occhiata a una lista completa di tutti i protocolli dove è possibile fare yield farming e mettere a rendimento i propri asset, leggete questo articolo.

Conclusioni

La DeFi è uno strumento molto potente, connesso alla blockchain e alle criptovalute, in grado di offrire rendimenti molto elevati se comparati a quelli delle classiche banche.

Come si evince dalla guida che abbiamo appena visto, non è un ramo accessibile a chi non ha voglia di avere a che fare con conversioni, commissioni e termini che possono apparire complicati all’inizio. Non conoscere i meccanismi e i funzionamenti dei protocolli può essere fatale per il proprio capitale.

Quindi, prima di addentrarvi in questo mondo tanto innovativo quanto vasto, cercate di fare sempre le vostre ricerche e approfondire il più possibile.

Approfondimenti

Bibliografia

 

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Laureato in lingue per la comunicazione interculturale e d'impresa, mi sono avvicinato da circa 6 mesi al mondo delle criptovalute, e me ne sono praticamente innamorato. Nella vita faccio il content writer come freelance, ma mi piace tenermi aggiornato sulle notizie relative al mercato della blockchain e faccio qualche micro-investimento. In più, sfrutto la potenzialità di alcune piattaforme di mining, faucet e wallet virtuali.
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