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Bancor V2.1: analisi dettagliata del protocollo

Tra gli exchange decentralizzati, il protocollo Bancor rappresenta uno dei pionieri del settore. Di seguito un’analisi sull’aggiornamento Bancor V2.1.

Bancor V2.1
Tempo di lettura: 9 minuti
  • Storia del protocollo Bancor (BNT)
  • Come funziona l’exchange
  • Nozioni sul token nativo di Bancor (BNT)
  • Valutazione di eventuali svantaggi e illustrazione dei progetti futuri

Molto probabilmente avete già sentito parlare di Bancor (BNT), e conoscete per sommi capi il suo funzionamento. Sicuramente sapete che si tratta di un exchange decentralizzato (DEX), ovvero una piattaforma in cui è possibile effettuare operazioni finanziare senza la necessità di una controparte. Tuttavia, Bancor presenta diverse funzioni e aggiornamenti a molti sconosciuti, motivo per cui nel mese di dicembre il suo token nativo ha subito un rialzo di oltre l’80% in appena due giorni.

Di seguito vi mostreremo un’analisi dettagliata del protocollo, in modo da comprenderne storia, funzioni e vantaggi del nuovo aggiornamento.

Bancor (BNT): cosa è?

La storia di Bancor (BNT) risale all’ormai lontano 1944, anno in cui un economista di nome John Maynard Keynes fece una proposta che, però, venne rifiutata dalla Conferenza di Bretton Woods. Da allora, il sistema monetario si è gradualmente evoluto in quello che conosciamo oggi, facendo completamente dimenticare la proposta dell’economista, che voleva creare una moneta sovranazionale che, diversamente da ciò che avviene con le valute attuali, avrebbe permesso alle varie nazioni di riequilibrare il valore delle proprie valute, così da mantenere bilanciati i propri conti economici.

Bancor

Tuttavia, di Bancor rimase solo il concetto di “moneta del mondo”. Nel 2017, però, con l’avvento e la consolidazione delle criptovalute, Keynes ha ricevuto l’omaggio che si meritava. Nasce appunto il Bancor Network Token (BNT), un protocollo decentralizzato concepito secondo l’idea dell’economista, ovvero quello di servire come token universale per gli scambi delle monete listate sull’exchange.

Bancor, infatti, non è altro che un exchange decentralizzato basato sulla tecnologia Blockchain di Ethereum. La peculiarità della piattaforma è quella di usufruire di un fondo comune di liquidità, il quale consente di effettuare scambi immediati senza la necessità di controparti. La liquidità, infatti, viene fornita direttamente dal protocollo di Bancor tramite operazioni di Market-Making automatizzate, che utilizzano delle monete denominate Smart Coin o Smart Token.

Ma cosa sono gli Smart Coin? Beh, non sono altro che monete digitali costruite su appositi Smart Contract della rete Ethereum, che girano su protocolli ERC20. Tramite queste monete, l’exchange è in grado di fornire liquidità in continuazione, senza doverli necessariamente scambiare. Proviamo a capirne meglio il funzionamento.

Funzionamento

Una particolarità del protocollo Bancor, come abbiamo visto sopra, è quella di funzionare sia come exchange decentralizzato che come Market Maker automatizzato.

Market Maker Automatizzato

Chi conosce il mondo della DeFi sa bene che esistono diversi Market Maker automatizzati (AMM), come UniSwap e PancakeSwap. Tuttavia, non tutti sanno che Bancor è stato il pionere di questo sistema innovativo che ha ormai conquistato l’interesse di milioni di utenti a livello mondiale.

A differenza delle piattaforme tradizionali, infatti, un Market Maker automatizzato risulta decisamente più efficiente. D’altronde, prima si doveva fare affidamento su corrispondenze rigide tra domanda e offerta per eseguire degli scambi, motivo per cui le attese erano particolarmente lunghe e spesso non si potevano sfruttare rialzi o ribassi a breve termine.

Bancor

Con Bancor, invece, si è potuto rinunciare alle controparti, poiché il protocollo ha da sempre utilizzato una rete di pool on-chain per fornire liquidità, in modo da poter accoppiare i vari token tra loro in maniera immediata. I prezzi, ovviamente, vengono stabiliti tramite algoritmi in base alla dimensione dello scambio e alla profondità delle pool.

Non a caso, un approccio così innovativo ed efficiente ha riscosso un enorme successo, dando vita ad alcune funzioni della DeFi che oggi conosciamo, come la possibilità di fornire liquidità al protocollo depositando i propri holdings e ricevendo parte delle commissioni effettuate per ogni scambio.

Exchange Decentralizzato (DEX)

Sicuramente saprete che la differenza sostanziale tra un exchange centralizzato come Binance o Coinbase e un exchange decentralizzato come Bancor sta nella custodia dei fondi. I primi, infatti, detengono personalmente i fondi degli utenti, ad esempio in cold-wallet o sistemi ad alto livello di sicurezza che, però, possono sempre essere hackerati. I secondi, invece, presentano un back-end che gira direttamente sulla blockchain, nel nostro caso quella di Ethereum.

Inoltre, un DEX come Bancor detiene tutte le transazioni on-chain, fornendo un approccio decisamente più trasparente rispetto a piattaforme centralizzate, in quanto visibili da tutti. L’unico contro di questo sistema è che le commissioni sono, per ovvi motivi, più alte, in quanto si deve attendere un miner che confermi il proprio blocco e verifichi la transazione.

Funzionamento del Bancor Network Token (BNT)

Ciò che ha reso unico il Bancor è stato sicuramente il suo token (BNT), integrato interamente all’interno del protocollo. Il token, insieme ad altri asset appartenenti alla rete ERC-20, assume il ruolo di asset di base. Ciò significa che ogni scambio che viene effettuato all’interno dell’exchange passa prima per il Bancor Network Token.

Tuttavia, non è passato molto tempo affinché gli utenti capissero che per iniziare ad utilizzare il protocollo si sarebbero dovuti ottenere grosse quantità di BNT, soprattutto nel caso in cui volevano fornire liquidità per ricevere parte delle commissioni. Non a caso, l’arrivo di UniSwap, che consente agli utenti di fornire liquidità unilateralmente, ha fatto spostare una grande fetta di utenti verso nuove soluzioni. Ciò nonostante, la recente versione V2.1 di Bancor sta attualmente riscuotendo un successo davvero notevole.

Bancor V2.1

Dopo aver ricevuto del filo da torcere da competitors come UniSwap e SushiSwap, Bancor e i suoi sviluppatori hanno ritrovato la strada giusta, soprattutto col rilascio della versione V2.1 nel mese di ottobre 2020. Col nuovo aggiornamento, infatti, gli utenti hanno finalmente potuto fornire liquidità in maniera unilaterale senza dover possedere necessariamente dei token nativi dell’exchange. Ciò, ovviamente, ha fatto ricrescere l’interesse degli utenti, come possiamo vedere nel grafico sottostante in cui viene mostrato il volume di trading di Bancor Network Token (BNT).

Protocollo

Inoltre, essendo il token compatibile con tutte le coppie listate all’interno del exchange, il sistema stesso decide quando bruciare o coniare nuove monete in base alle sue necessità, diventando completamente auto sostenibile. In questo modo, si coprono le cosiddette Impermanent Loss (perdite impermanenti) tenendo al sicuro i fondi degli utenti.

Ancora, tornando alla possibilità di fornire liquidità unilateralmente, Bancor consente ai Liquidity Providers di moltiplicare le loro entrate utilizzando un qualsiasi token ERC-20, fattore che rende il sistema ancora più efficiente rispetto ad altri DEX, spesso limitati nella scelta delle monete. Il protocollo, infatti, conia automaticamente nuove monete corrispondenti nel momento in cui un qualsiasi utente decide di fornire liquidità. Allo stesso modo, il token viene bruciato quando il deposito viene rimosso.

Inoltre, nel momento in cui un utente decide di depositare Bancor Network Token (BNT), i BNT coniati automaticamente dal sistema per coprire la liquidità di altre monete verranno sostituiti da quelli depositati dall’utente, e bruciati immediatamente. Ciò che rende questo sistema unico, però, è il fatto che ogni combustione include anche la presenza delle commissioni di swap. Questo significa che il sistema investe autonomamente su sé stesso, in quanto i BNT bruciati saranno maggiori di quelli depositati dall’utente.

In questo modo si riesce a generare scarsità, aumentando gradualmente il valore del token fino ad un livello prestabilito tramite la governance della community.

Per ciò che concerne le Impermanent Loss, il protocollo ha risolto anche questo problema. Nel caso di perdite impermanenti, infatti, i liquidity providers verranno risarciti con BNT dal sistema stesso. Queste monete verranno prese direttamente dalle commissioni guadagnate dagli swap e dagli auto investimenti del protocollo, e saranno coniate solo nel caso in cui non ci siano altri fondi disponibili. Ciò rende il sistema notevolmente più sicuro rispetto a concorrenti come SushiSwap o UniSwap, coprendo anche eventuali perdite nel lungo termine.

Ovviamente, i risarcimenti sono dovuti solo nel momento in cui si preleva la propria liquidità. In più, nel peggiore dei casi, ovvero quello in cui tutti gli utenti prelevano le proprie liquidità, Bancor dovrebbe coniare un ammontare di monete pari a circa il 4,2% dell’attuale fornitura di BNT, come visibile nel grafico sottostante.

protocollo

 

Svantaggi

Come in tutti i servizi finanziari e come in tutte le forme di investimento, è opportuno valutare eventuali svantaggi o aspetti non coperti da un sistema. Nel caso di Bancor V2.1, è importante sottolineare che tutte le funzionalità più importanti del protocollo devono essere necessariamente approvate tramite un processo di whitelisting da parte della governance. Infatti, soltanto i token approvati possono essere depositati nella liquidty pool e possono essere restituiti in caso di Impermanent Loss.

A questo si aggiunge il fatto che anche i reward ottenuti tramite la fornitura di liquidità devono essere necessariamente approvati dalla governance, e devono obbligatoriamente essere rinnovati dopo 12 settimane. Proviamo a pensare ai progetti appena lanciati: quante volte capita di investire in progetti nuovi che devono ancora stabilirsi sul mercato, sicuri della loro impennata inziale?

Beh, nel caso di Bancor, fornire liquidità per progetti molto giovani non sarebbe molto profittevole, in quanto è particolarmente difficile che ottengano l’approvazione tramite il processo di whitelisting. Inoltre, va anche notato come le Stablecoin influiscano significativamente sul costo dell’assicurazione per le Impermanent Loss, motivo per cui bisogna fare attenzione alle coppie su cui si decide di investire.

Progetti per il futuro

Ovviamente, il protocollo Bancor non ha smesso di aggiornarsi, e ha in serbo diversi assi nella manica che potrebbero renderlo tra i DEX migliori in circolazione. Secondo le previsioni, il protocollo dovrebbe innovarsi dando vita ah:

  • Origin Pools: alternativa di Bancor al programma Onsen di SushiSwap, distinta per la sua protezione unilaterale sull’Impermanent Loss.
  • Shadow Token stablecoin pools: pool di swapping di stablecoin, mirata a sfidare Curve come principale DEX di swapping per stablecoin.
  • Scalabilità sul secondo livello: lancio del DEX sulla rete principale di Arbitrum, previsto per metà 2021.
  • Sistema cross-chain: gli sviluppatori hanno intenzione di muovere i primi passi verso un sistema di swap cross-chain basato su Polkadot.
  • Miglioramenti nella governance: l’obiettivo è quello di consentire voti senza pagamento di gas fees direttamente on-chain.

Conclusioni

Il protocollo Bancor rappresenta il pioniere degli exchange decentralizzati, contraddistinto dal suo conetto di “token universale”.

Competitors come UniSwap e SushiSwap hanno sicuramente presentato innovazioni molto efficienti rispetto al protocollo Bancor, soprattutto negli ultimi 3 anni.

Tuttavia, sembra che gli sviluppatori vogliano continuare imperterriti verso la loro strada, implementando funzioni sempre più efficienti che stanno attirando l’interesse di milioni di utenti.

Ovviamente non possiamo sapere quali tra i tanti diventerà il DEX per eccellenza. L’unica cosa che possiamo fare, però, è tenerci aggiornati in modo da non restare indietro.

 

Approfondimenti

Bibliografia

 

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Laureato in lingue per la comunicazione interculturale e d'impresa, mi sono avvicinato da circa 6 mesi al mondo delle criptovalute, e me ne sono praticamente innamorato. Nella vita faccio il content writer come freelance, ma mi piace tenermi aggiornato sulle notizie relative al mercato della blockchain e faccio qualche micro-investimento. In più, sfrutto la potenzialità di alcune piattaforme di mining, faucet e wallet virtuali.
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